Adesione allo stato di agitazione e pieno sostegno a Maurizio Longo di Trasportounito che ha giustamente deciso di agire contro un governo incapace e bugiardo che ha promesso molto ma non ha fatto niente, nonostante l’autotrasporto italiano in questa grave crisi dovuta al Covid-19 si è dimostrato responsabile e operoso, anche a rischio della vita degli operatori, per non fare mancare i generi di prima necessità agli italiani. Siamo stati definti “eroi” da Papa Francesco, dal Presidente della Repubblica Mattarella, dallo stesso Governo Conte, per poi essere abbandonati a noi stessi, lasciando inascoltate le innumerevoli richieste di aiuto. I decreti “Cura Italia” e “Liquidità” non hanno prodotto nessun effetto a causa dei numerosi vincoli e procedimenti burocratici. La categoria non ha una visione del futuro: incertezze e incapacità regnano sovrane in chi ci governa, si succedono decreti legge e ordinanze che generano solo confusione e ci fanno avvinghiare ancora di più nelle scartoffie senza produrre nulla, mettendo la categoria che loro chiamano degli “eroi” a rischio, anziché tranquilizzare gli operatori e metterli in sicurezza. Una Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti che chiediamo di incontrare da 20 giorni e che invece ci snobba. Rimangono pertanto inascoltate le richieste della categoria e non ci rimane altro che fermare i nostri camion e non rischiare più nulla per chi non ha rispetto del nostro lavoro. Rivolgo un invito alle altre associazioni dell’autotrasporto, in particolare a Paolo Uggè di Conftrasporto: decidetevi da che parte stare, se con l’autotrasporto italiano, difendendone fino in fondo i diritti, o rimanere ai proclami fomentando di fatto la protesta, ma rimanendone fuori, avallando il disinteresse della politica. Noi siamo per l’unità della categoria, che la finissero con i giochini del passato e volere tenere il piede in due scarpe; invito piuttosto Uggè a farsi promotore di un incontro con tutte le associazioni dell’autotrasporto e arrivare a una proposta unitaria da presentare al governo.
IL PRESIDENTE
Salvatore Bella